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DISCORSO DEL PRESIDENTE AHMADINEJAD ALLA 62a ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU

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In nome di Dio, l’Onnipotente.

“O Dio, affretta la venuta dell’Imam Al-Mahdi e garantiscigli buona salute e la vittoria e rendici suoi seguaci e testimoni della sua giustizia”

Signor Presidente, onorevoli delegati, signore e signori,

Sono lieto e grato all’Onnipotente di avere ancora una volta la possibilità di essere presente a questo importante consesso universale. Nell’attuale mondo belligerante e caratterizzato da strilla rumorose, minacce e tensioni, in un momento in cui le grandi potenze sono incapaci di risolvere i problemi contemporanei, in cui la sfiducia nell’arena politica, regionale e internazionale, è in crescita, in cui la sicurezza psicologica della società è presa di mira da un’offensiva di disegni politici e propaganda, in cui il disaccordo prevale sull’efficacia delle politiche e delle azioni intraprese dalle organizzazioni internazionali nell’edificazione di una pace e di una sicurezza durature, in un momento in cui la protezione dei diritti umani è indebolita, io intendo considerare e spiegare le origini e le vie di uscita da queste situazioni difficili e da alcune delle maggiori sfide del nostro mondo. Vi parlerò anche dell’esigenza di porre rimedio all’attuale situazione, di prospettive per un futuro radioso e speranzoso, della ricomparsa del sublime e del bello, della gentilezza e della dignità, della giustizia e del rifiorire di divini talenti umani, del dominio dell’amore di Dio e della realizzazione delle promesse di Dio, come stabilito da tutti i profeti divini, e dagli uomini giusti. Porterò allora al vostro giudizio la questione nucleare dell’Iran, come una realtà e un campo di sperimentazione per la misurazione dell’onestà, dell’efficacia, della risolutezza e delle vittorie. Nella parte conclusiva del mio discorso, vi presenterò le mie proposte.

Cari amici e colleghi, come tutti voi sapete, stiamo affrontando svariate e importanti sfide, ad alcune delle quali farò riferimento.

1. Tentativi organizzati di distruggere l’istituzione della famiglia e di degradare la figura della donna.

La famiglia è la più sacra e preziosa delle istituzioni umane che serve come centro del più autentico e reciproco amore ed affetto di madri, padri e figli, come ambiente sicuro per la crescita e l’educazione di generazioni e come un terreno fertile per il fiorire di sentimenti ed emozioni. Questa istituzione è sempre stata rispettata da tutte le nazionalità, religioni e culture. Oggi siamo testimoni di un’invasione organizzata da parte dei nemici dell’umanità e dei conquistatori, al fine di distruggere questa istituzione così genuina. Loro attaccano questa nobile istituzione promuovendo oscenità e oltrepassando tutti i limiti di castità e decenza.

La preziosa presenza delle donne, come espressione della bellezza divina e della più alta gentilezza, dell’affetto e della purezza, è stato l’obiettivo di un massiccio sfruttamento durante gli ultimi decenni da parte dei detentori del potere e dei ricchi proprietari dei mezzi di comunicazione. In alcune società, questa amata creatura è stata ridotta a mero strumento di pubblicità e tutti i limiti e gli scudi protettivi della purezza, della castità e della bellezza sono stati calpestati. Questo è un tradimento colossale verso l’umanità e per le generazioni che verranno e un colpo irreparabile alla struttura sociale.

2. Diffuse violazioni dei diritti umani, terrorismo e occupazione

Sfortunatamente il rispetto dei diritti umani è stato ampiamente violato da alcune potenze, in particolar modo da quelle che pretendono di esserne i loro esclusivi difensori. La creazione di prigioni clandestine, i rapimenti, i processi con pene segrete – senza nessun rispetto delle regole del processo imparziale-, l’ascolto di conversazioni telefoniche, l’apertura di corrispondenze private, mandati di comparizione presso posti di polizia e centri di sicurezza, sono divenuti comportamenti prevalenti. Perseguitano scienziati e storici per il fatto di aver espresso le loro opinioni su importanti questioni mondiali. Utilizzano diverse giustificazioni al fine di occupare nazioni sovrane e provocare caos e divisioni e quindi sfruttano la situazioni venutasi a creare come una scusa per perpetuare la loro occupazione.

Per più di sessant’anni la Palestina è stata tenuta sotto occupazione da parte dell’illegale regime sionista, come compensazione delle perdite subite nelle guerre in Europa. La loro gente è stata deportata o si trova sotto una forte pressione militare e sotto assedio economico, o, altrimenti, è incarcerata in condizioni abominevoli. Gli occupanti sono protetti e lodati, mentre l’innocente popolo Palestinese è vittima di un’offensiva politica, militare e propagandistica. Il popolo Palestinese è privato di acqua, elettricità e medicine, per la sola colpa di pretendere la libertà ed il loro governo, che proviene dal voto della gente, è preso di mira. Terroristi sono stati organizzati al fine di attaccare le vite e le proprietà della gente, sotto l’auspicio dei politici e dei comandi militari delle grandi potenze. I brutali sionisti compiono omicidi mirati di Palestinesi nelle loro case e nelle loro città e i terroristi ricevono medaglie di pace e supporto dalle grandi potenze. Dall’altro lato, con la falsa promessa di fornir loro benessere, lavoro e cibo, radunano un gran numero di ebrei sfortunati, da diverse parti del mondo, facendoli insediare nei territori occupati, laddove sono sottoposti alle più dure privazioni, alle pressioni psicologiche e a minacce costanti. Loro impediscono che questa gente sfortunata faccia rientro nei propri paesi d’origine, e, con l’uso della forza e con la diffusione di falsità, fanno si che questi mostrino il loro odio verso gli indigeni Palestinesi.

L’Iraq è stato occupato con il pretesto del rovesciamento di un dittatore e con la presenza di armi di distruzione di massa. Il dittatore iracheno, che era stato supportato dagli stessi occupanti, è stato deposto, non sono state ritrovate armi di distruzioni di massa, ma l’occupazione continua con altri pretesti. Non passa giorno senza l’uccisione di persone, feriti o deportati e gli occupanti non solo rifiutano di ritenersi responsabili e di vergognarsi, ma affermano in una relazione, della presenza di un nuovo mercato per la loro produzione dei loro armamenti in seguito al loro avvento militare. Loro sfoggiano la costituzione, l’assemblea nazionale e un governo eletto dal popolo, mentre non hanno neanche il coraggio di dichiarare la loro sconfitta ed il loro ritiro dall’Iraq.

Sfortunatamente noi stiamo testimoniando questa piccola verità, cioè che alcune potenze non danno lo stesso valore ad ogni nazione e ad ogni essere umano, e l’unica cosa di cui si occupano è loro stessi, i loro partiti e i loro gruppi. Nella loro visione i diritti umani sono l’equivalente dei profitti per le loro aziende e per i loro amici. I diritti ed il buon nome del popolo americano sono sacrificati a causa dell’egoistico desiderio di quanti detengono il potere.

3. Aggressioni contro le culture indigene e i valori nazionali

La cultura è l’espressione dell’identità, la chiave di sopravvivenza di nazioni e la base di interazione con gli altri. Le culture indigene che sono messaggere di monoteismo, amore e fratellanza, sono vittime di aggressioni diffuse e distruttive da parte di un movimento organizzato. I costumi ed i valori nazionali sono umiliati e l’autostima e il carattere delle nazioni sono radicalizzati e diffamati. L’obiettivo è quello di promuovere una cieca emulazione, di promuovere il consumismo e lo scetticismo verso Dio e verso i valori umani e permettere il saccheggio delle loro ricchezze da parte delle grandi potenze.

4. Povertà, analfabetismo, privazione della salute e divario fra ricchi e poveri

Mentre la maggior parte dell’ambiente naturale in Asia, Africa e America Latina è saccheggiato dal dominio politico e culturale delle grandi potenze, la situazione di privazione e povertà è veramente allarmante. Questi sono alcuni numeri forniti dalle Nazioni Unite. Ogni giorno quasi 800 milioni di persone vanno a letto affamate e circa 980 milioni soffrono di assoluta povertà, con meno di un dollaro al giorno di potere d’acquisto. Il popolo di 31 nazioni, equivalente al 9% della popolazione mondiale ha un’aspettativa media di vita pari a 46 anni, che è di 32 anni inferiore della media di altri paesi.

Il rapporto fra la ricchezza e la povertà, in alcune parti del mondo, è di 40 volte. In alcune nazioni la maggioranza della popolazione è privata dell’accesso all’educazione scolastica e all’insegnamento. In molte nazioni in via di sviluppo, la percentuale di mortalità materna durante la gravidanza è di 450 su 100000. Questo rapporto è di 7 volte per le nazioni più ricche, mentre il rapporto di mortalità delle nascite è di 59 volte per le nazioni in via di sviluppo e 6 volte per le nazioni più ricche. Un terzo della mortalità nel mondo – 50.000 morti quotidiane – è causato dalla povertà.

Credo che questi numeri dimostrino chiaramente la tragica situazione predominante nell’economia globale.

5. Ignoranza dei valori nobili e promozione dell’inganno e della menzogna

Alcune potenze sacrificano tutti i valori umani, inclusi l’onestà, la purezza e la fiducia, in nome del raggiungimento dei loro obiettivi. Diffondono scetticismo ed inganno nelle relazioni fra stati e popoli. Mentono apertamente, lanciano accuse senza alcune basi contro gli altri, agiscono contrariamente alle norme legali e danneggiano il clima di fiducia ed amicizia. Abbandonano apertamente la moralità e i nobili valori nelle loro relazioni con gli altri e vi sostituiscono egoismo, supremazia, ostilità e imposizione, al posto di giustizia, rispetto per gli altri, amore, affetto ed onestà. Sacrificano tutte le cose buone della vita ed il sublime a causa della loro ingordigia.

6. Violazione delle regole di diritto internazionale e mancanza di rispetto verso gli impegni assunti

Proprio alcuni di coloro che furono i redattori del diritto internazionale, apertamente e facilmente lo violano, applicando misure discriminatorie e doppie misure. Hanno redatto le regole per il disarmo, ma ogni giorno provano ed immagazzinano armi letali di nuova generazione. Incensano la Carta delle Nazioni Unite, ma mostrano mancanza di rispetto verso il diritto di autodeterminazione e di indipendenza delle nazioni sovrane. Abrogano a loro vantaggio degli accordi formali e non acconsentono a leggi in merito alla difesa dell’ambiente. La maggior parte delle violazioni agli obblighi internazionali sono compiute da poche grandi potenze.

7. Aumento delle minacce e corsa agli armamenti

Alcune potenze, ogniqualvolta la loro logica fallisce, usano semplicemente il linguaggio della minaccia. La massiccia corsa alle armi distende l’ombra di una minaccia su tutto il globo. Le nazioni europee sono state le vittime di due guerre mondiali e di un numero di altri conflitti devastanti e sono state soggette alle conseguenze della Guerra Fredda per diversi decenni. Oggi gli Europei vivono sotto l’ombra della minaccia; i loro interessi, la propria sicurezza, i loro territori sono in pericolo di estinzione sotto l’ombra della corsa alle armi imposta da alcune grandi potenze.

Una potenza minacciosa si sente in diritto di stabilire un sistema missilistico, di rendere amara la vita alla gente di un continente e di disporre l’altrui territorio per una corsa agli armamenti.

Alcuni governanti che visti superficialmente appaiono potenti, agiscono come un bambino che ha appena ricevuto una pistola ad acqua e si sente potente e comincia a sparare impazientemente, sempre e contro tutto, minacciando gli altri e stendendo l’ombra dell’insicurezza sulle nazioni e sulle regioni.

8. Inefficacia dei meccanismi internazionali nel far fronte a queste sfide e nel mantenere una pace sicura e duratura

Le organizzazioni internazionali e i loro meccanismi, chiaramente mancano della capacità di dominare i problemi e le sfide, di portare la lealtà, le giuste relazioni, la pace, la fratellanza e la sicurezza. Difficilmente ci sono governi o nazioni che ripongono speranze in questi meccanismi per assicurarsi i loro diritti o difendere la propria indipendenza, l’integrità territoriale e gli interessi nazionali.

Cari amici e colleghi, le sfide sono molte di più di quelle che qui ho enumerato e so che voi ne avreste presentate ancora altre se aveste voluto soffermarvi sull’argomento, ma io ho scelto di limitarmi a quelle che ho precedentemente citato. Ora, l’importante e decisiva questione riguardante le radici e le cause di queste sfide. Un’analisi accurata e scientifica mostra che l’origine dell’attuale situazione si trova in due fattori fondamentali.

Senza dubbio il primo fattore trae origine dalle relazioni emerse dalle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale. I vincitori della guerra hanno disegnato il percorso per il dominio globale e formulato le loro politiche, non sulle basi della giustizia, ma al fine di assicurare i propri interessi a danno delle nazioni sconfitte. Quindi i meccanismi creati da questo approccio e le relative politiche non sono stati in grado di trovare le giuste soluzioni ai problemi globali, da sessant’anni a questa parte.

Alcune grandi potenze ancora mantengono la condotta di vincitori di una guerra mondiale e considerano gli altri stati, anche quelli che non c’entrano nulla con quelle guerre, come gli sconfitti, e umiliano le altre nazioni, imponendo dalla loro posizione che è simile all’atteggiamento di un signore feudale nei confronti dei contadini nel Medioevo. Loro si ritengono superiori agli altri e non sono responsabili verso nessun governo o istituzione internazionale.

Colleghi, signor Presidente, signore e signori, fra tutte le organizzazioni inefficaci, sfortunatamente, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si classifica al primo posto. Sono state create delle circostanze per cui alcune potenze, con esclusivo e speciale diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza, agiscono come accusatori, giudici ed esecutori. È naturale che le nazioni che sono state vittime della loro mancanza di rispetto dei patti non abbiano alcuna speranza di ottenere dal Consiglio di Sicurezza ciò che a loro occorre.

Sfortunatamente l’umanità ha testimoniato che in tutte le lunghe guerre, come quella di Corea e del Vietnam, la guerra dei sionisti contro i Palestinesi e contro il Libano, la guerra di Saddam contro il popolo iraniano, i conflitti etnici in Europa ed in Africa, uno dei membri del Consiglio di Sicurezza era un paese belligerante o sosteneva una parte contro l’altra – solitamente l’aggressore – o il conflitto stesso. Guardiamo all’Iraq: prima lo hanno occupato e, successivamente, hanno ricevuto l’autorizzazione da parte del Consiglio di Sicurezza, lo stesso Consiglio nel quale lo stesso occupante aveva diritto di veto. Con chi dovrebbe lamentarsi il popolo iracheno e dove dovrebbe indirizzare le proprie recriminazioni, con la speranza di vedere assicurati i propri diritti?

Abbiamo visto che in Libano alcune potenze hanno ritardato la decisione del Consiglio di Sicurezza, sperando nella vittoria del regime sionista. Nel momento in cui compresero che il regime usurpatore non avrebbe vinto, approvarono un ‘cessate il fuoco’ immediato. Ma il compito del Consiglio di Sicurezza è di prevenire l’espansione dei conflitti, di imporre il ‘cessate il fuoco’ e promuovere pace e sicurezza. Con chi dovrebbe lamentarsi il popolo libanese e dove dovrebbe indirizzare le proprie recriminazioni?

Eccellenze, Signore e Signori, la presenza di alcune potenze monopoliste ha trattenuto il Consiglio di Sicurezza dal compiere i suoi doveri principali che sono quelli di salvaguardare la pace e la sicurezza basandosi su criteri di giustizia. La credibilità del Consiglio di Sicurezza è stata compromessa e la sua efficacia nel difendere i suoi membri è stata distrutta. Molte nazioni hanno perso la loro fiducia nel Consiglio.

Alcuni altri meccanismi come quelli monetari e bancari si trovano nella stessa non desiderabile situazione e sono stati trasformati in strumenti per l’imposizione dei desideri di alcune potenze su altre nazioni. È evidente che questi meccanismi non sono in grado di rispondere all’attuale esigenza di risolvere le sfide del nostro tempo di stabilire relazioni stabili e leali.

Cari colleghi, non c’è dubbio che il secondo e più importante fattore sia l’ignorare, da parte di qualche grande potenza, la morale, i valori divini, l’insegnamento dei profeti e la direzione indicata dal Dio onnisciente, come anche l’ignorare il ruolo del peccatore. Come possono i peccatori, che non sono capaci di gestire e controllare se stessi, comandare l’umanità e gestire i suoi affari? Sfortunatamente essi hanno sostituito se stessi al posto di Dio! Loro sono servi dei loro stessi capricci e desiderano di avere ogni cosa per loro stessi. Per loro la dignità umana, , la vita, la proprietà territoriale degli altri non hanno più alcuna importanza. L’umanità ha ricevuto la profonda ferita causata dalle potenze empie, sul suo corpo già sottoposto a violenze. Oggi i problemi che le popolazioni di tutto il mondo affrontano sono principalmente originate dal non rispetto dei valori umani, dalla morale ed anche dalla gestione da parte di persone empie.

Amici, signore e signori, l’unica via sostenibile per il bene del genere umano è il ritorno all’insegnamento dei divini Profeti, al monoteismo, al rispetto per la dignità degli uomini e alla diffusione di amore e affetto in tutte le relazioni, legami e regolamenti. Le strutture dovrebbero essere riformate sulla base di questi valori.

Per raggiungere questo obiettivo, io invito ognuno a schierarsi in un fronte di fratellanza, amicizia e pace sostenibile, basato sul monoteismo e la giustizia, sotto il nome di “Coalizione per la pace”, al fine di prevenire attacchi, arroganze e di diffondere la cultura dell’affetto e della giustizia. Qui annuncio che con l’aiuto di tutte le nazioni indipendenti, alla ricerca di giustizia e amanti della pace, la Repubblica Islamica dell’Iran percorrerà questo cammino.

Il monoteismo, la giustizia e l’amore per l’umanità dovrebbero dominare tutte le strutture delle Nazioni Unite e questa organizzazione deve essere un riferimento per la giustizia ed ogni suo membro deve godere dello stesso sostegno spirituale e legale. L’Assemblea Generale, come organo rappresentante della comunità internazionale, dovrebbe essere considerata come la più importante colonna delle Nazioni Unite, che possa, libera da ogni pressione e minaccia dalle grandi potenze, prendere le tanto richieste misure di riforma delle strutture delle Nazioni Unite e, in particolare, cambiare l’attuale statuto del Consiglio di Sicurezza e definire nuove strutture basate sulla giustizia e la democrazia con l’obiettivo di essere al passo delle attuali richieste e di essere capace di risolvere le sfide esistenti, portando alla creazione di una stabilità e di una sicurezza sostenibili.

Eccellenze, la questione nucleare dell’Iran è un chiaro esempio del funzionamento di alcuni meccanismi e e del loro pensiero dominante. Come tutti voi sapete l’Iran è un membro dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ed ha sempre rispettato le sue leggi ed i suoi regolamenti ed ha sempre offerto una larga cooperazione a questa Agenzia, sotto tutti gli aspetti. Tutto il nostro lavoro sullo sviluppo del nucleare è stato completamente pacifico e trasparente, Secondo lo statuto dell’AIEA ogni membro ha determinati diritti e determinati doveri. A dire il vero, ogni membro deve compiere un percorso pacifico e, sotto la supervisione dell’Agenzia, coadiuvare gli altri membri, ha il diritto di essere aiutato dall’Agenzia ed è autorizzato ad accedere al ciclo di lavorazione dell’uranio, con l’aiuto dell’Agenzia e dei suoi membri.

Fino a questo punto l’Iran ha adempiuto a tutti i suoi obblighi, ma è stato privato dell’assistenza tecnica degli altri membri ed anche, in alcuni periodi, del sostegno dell’Agenzia stessa. Per circa cinque anni alcune delle già menzionate potenze hanno provato a negare alla nazione iraniana i suoi diritti, esercitando pressioni sull’AIEA. Hanno fatto deragliare la questione nucleare iraniana dal suo cammino legale e politicizzato l’atmosfera per imporre i propri desideri, sfruttando il vantaggio di tutto il loro potenziale. L’Iran non ha risparmiato sforzi per costruire la sicurezza. Ad ogni modo, nulla li ha soddisfatti eccetto il completo arresto di tutte le attività nucleari, anche quelle relative alla ricerca e al campo universitario. Loro stavano solo privando l’Iran di tutti i suoi diritti inalienabili. Quindi, anche quei centri non coinvolti nella lavorazione dell’uranio, o che non avevano bisogno della supervisione dell’Agenzia, furono chiusi. Dopo tre anni di negoziazioni e tentativi di costruire un clima di fiducia, la nazione Iraniana giunse alla risoluta convinzione che la maggiore preoccupazione di queste potenze non è la possibile deviazione dell’Iran dalle leggi e dai regolamenti, bensì il suo progresso scientifico in quanto tale. Se questo trend continua non ci sarà possibilità per l’Iran di godere dei suoi diritti neanche nei prossimi venti anni. Quindi, deve essere deciso il seguito della questione nel suo appropriato percorso legale, che passa attraverso l’Agenzia, lontano dalle illegittime imposizioni politiche delle potenze arroganti. Naturalmente la Nazione iraniana è sempre stata disponibile e preparata, ad un dialogo costruttivo.

Abusando del Consiglio di Sicurezza, le potenze arroganti hanno ripetutamente accusato l’Iran e anche fatto minacce militari contro la nazione negli ultimi due anni. Comunque, grazie alla fede in Dio e all’unità della nazione, l’Iran si è portato avanti, passo dopo passo e ora la nostra nazione è riconosciuta come una di quelle con la capacità di portare avanti un ciclo di lavorazione dell’uranio su base industriale per usi pacifici. Fortunatamente l’Agenzia ha recentemente tentato di riottenere il suo ruolo legale come sostenitore dei diritti dei suoi membri e come supervisore delle attività nucleari. Noi riteniamo questo un giusto approccio adottato dall’Agenzia. Precedentemente loro, illegalmente, pensavano di politicizzare il caso nucleare dell’Iran, ma oggi, grazie alla resistenza della Nazione iraniana, la questione è tornata nell’ambito dell’Agenzia ed io annuncio ufficialmente che secondo la nostra opinione la questione nucleare dell’Iran è chiusa ed è tornata ad essere un problema di ordinaria amministrazione. Oggi sono state sollevate molte domande sull’attività nucleare dell’Iran con l’AIEA, da parte di alcune potenze dovrebbero essere controllate in maniera adeguata. Naturalmente l’Iran è sempre stato pronto ad avere un dialogo costruttivo con tutte le parti.

Mi piacerebbe ringraziare quelle nazioni che, durante questo difficile frangente, hanno difeso il diritto legale della mia nazione e terra madre, ed anche apprezzare i membri del Movimento dei Paesi Non Allineati, gli altri nostri amici nel Consiglio di Sicurezza, Il Consiglio dei Governatori dell’AIEA, gli esperti dell’Agenzia, impegnati e rispettosi delle leggi ed il suo direttore generale per la loro insistenza nel rispettare le leggi. Mi piacerebbe anche annunciare che, purtroppo per le potenze monopoliste, la Nazione iraniana è pronta ad offrire la sua esperienza ad altri paesi membri dell’Agenzia, sotto forma di programmi educativi, basati sul rispetto dello statuto dell’Agenzia e sotto la sua supervisione. Adesso mi piacerebbe parlare a quanti hanno assediato la Nazione iraniana per circa cinque anni, offeso ed accusato la mia gente che ha contribuito alla storia e alla civilizzazione del mondo e consigliare loro di imparare dalle loro recenti azioni. Loro hanno maltrattato la Nazione Iraniana, ma devono avere cura di non fare lo stesso con altre nazioni e di non sacrificare l’integrità delle organizzazioni internazionali per amore dei loro desideri fuorilegge. Oggi le nazioni del mondo sono sveglie, vigilanti e resistenti. Se voi vi riformate, l’intero mondo sarà riformato.

Le nazioni sono fondamentalmente buone e possono coesistere pacificamente. Farebbero meglio a servire la propria gente ed assicurarsi che gli altri non abbiano bisogno di esse. Non è questo il momento opportuno per queste potenze di rientrare, dal cammino dell’arroganza e dell’obbedienza a Satana, al cammino del volere di Dio? Non amerebbero essere ripulite dalle  impurità, sottomesse al volere di Dio e credere in lui? Avere fede in Dio significa credere nell’onestà, nella purezza, nella giustizia ed amare gli altri. Possono essere certe che trarranno beneficio dalla purezza, dall’onestà, dalla giustizia, dall’amore e dal rispetto della dignità dell’uomo. Possono essere certe che queste qualità vengono considerate come più appropriate, preziose e belle dalle nazioni del mondo.

Questo è l’invito di tutti i profeti della terra, da Adamo a Noè, Abramo, Mosè, Gesù Cristo e Muhammad, il Messaggero di Dio. Se esse rispondono all’invito, allora saranno salve; se non lo fanno, accadranno loro le stesse cose che sono accadute ai popoli del passato. Come recita il Santo Corano: “Colui che non risponde alla chiamata di Dio non deve pensare di aver indebolito Dio in terra; egli non ha altro compagno all’infuori di Dio ed è chiaramente offuscato dall’oscurità”. Le nazioni non hanno nulla di proprio e non possono sfuggire al dominio di Dio, alle Sue regole e alla Sua volontà.

In questa importante assemblea, devo ricordare le seguenti parole dell’Onnipotente,   riportate nel Sacro Corano: “Non guardano ai potenti e ai governi che ci furono prima di loro? Se la gente del passato avesse veramente posseduto qualcosa, l’avrebbe mantenuto e non avrebbe lasciato che voi lo possedeste adesso. Dio li distrusse a causa dei loro peccati e nessuno poté proteggerli dalla volontà di Dio”. Devono sapere che comportamenti e tradizioni che si basano sull’oppressione e l’ingiustizia, saranno distrutti. Non vedono i segni di vigilanza e resistenza basati sul monoteismo, sull’amore del prossimo e sullo spirito di ricerca della giustizia delle nazioni del mondo? Non si accorgono dell’imminente caduta degli imperi? Io spero che a questo invito seguirà una risposta pratica.

Eccellenze, nazioni e paesi non devono sottomettersi alle ingiustizie di alcune potenze. Queste potenze, per le ragioni già citate, hanno perso la capacità di guidare il mondo a causa delle loro azioni odiose. Io ufficialmente dichiaro che l’era delle relazioni derivanti dal risultato della Seconda Guerra Mondiale, come pure dal pensiero materialista basato sull’arroganza e sul dominio, è adesso terminata. L’umanità ha superato un pericoloso precipizio e l’età del monoteismo, della purezza, dell’affinità, del rispetto per gli altri e del vero amore per la pace è cominciato.

È promessa divina che la verità sarà vittoriosa e la terra sarà ereditata dai giusti. Voi, liberi, credenti popoli del mondo, riponete la vostra fede in Dio. Voi che desiderate i più alti valori, ovunque voi siate, provate a preparare il terreno per il raggiungimento di questa grande promessa divina, servendo la gente e cercando la giustizia. L’età dell’oscurità finirà, i prigionieri torneranno a casa, le terre occupate saranno liberate, Palestina e Iraq saranno liberate dal dominio degli occupanti e la gente d’Europa sarà libera dalle pressioni esercitate dai sionisti. Governi dai cuori teneri ed amanti dell’umanità rimpiazzeranno quelli aggressivi e prepotenti. La dignità umana sarà riconquistata. La piacevole aroma di giustizia si diffonderà nel mondo e i popoli vivranno insieme in maniera fraterna ed affettuosa.

Propendere verso questo percorso, dare il comando ai giusti e a Colui che ci è stato promesso, è veramente la cura finale per le ferite dell’umanità, la soluzione di tutti i problemi e lo stabilirsi dell’amore, della bellezza, e della felicità in tutto il mondo. Questa fede e questo tentativo è la chiave per l’unità e le interazioni costruttive tra nazioni, paesi, popoli del mondo e tutti i veri ricercatori di giustizia. Senza alcun dubbio, verrà Colui che ci è stato Promesso, il Salvatore finale, l’ultimo Messo divino. Insieme con tutti i credenti, i cercatori di giustizia e i benefattori, egli stabilirà un futuro radioso e riempirà il mondo di giustizia e bellezza. Questa è promessa di Dio, quindi si compirà. Cerchiamo di avere un ruolo nel raggiungimento di tutta questa gloria e bellezza.

Io auspico un futuro radioso a tutti gli esseri umani, un’alba di liberazione e di libertà ar tutti gli uomini, il governo dell’amore e dell’affetto in tutto il mondo, nonché la fine dell’oppressione, dell’odio e della violenza. Un auspicio che credo si realizzerà nel prossimo futuro.

26 settembre 2007

(traduzione dal testo inglese di Massimo Janigro)


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